Luciano Squillaci, Presidente FICT: “Il muro è un simbolo di tutto quello che non va bene nella lotta alla droga: è il muro dello stigma, del pianto e del fallimento. Erigere muri oggi è anacronistico e pericoloso…
C’è sempre il tentativo di non vedere e rimuovere il problema. Ho la sensazione che il muro sia come la sabbia per lo struzzo, di fronte ad un problema che ci sentiamo impotenti ad affrontare, mettiamo la testa sotto la sabbia, i nostri occhi non sono abituati alle devianze, al disagio e a chi fa uso di crack, posso comprenderlo per quanto riguarda i cittadini. Incomprensibile quando i muri sono costruiti dai governi, c’è qualcuno che continua a costruire le proprie fortune politiche sulla paura della gente, e non è solo in Francia, invece di aver cura delle vittime vere, delle persone tossicodipendenti …”
Abbiamo una politica adolescente con tutte le deformazioni del caso…”
Per ascoltare l’intervista di Chiara Placenti “Buongiorno inBluclicca qui

“La nostra Federazione, i nostri Centri sono la storia di un “molo” che diventa un “porto” in cui anime ferite approdano, per poter trovare rifugio, ritrovare forza, rifocillarsi, accarezzando ed afferrando la speranza, per poi ripartire. Luoghi del cuore. Porti che fanno sentire a tutti il bisogno di terraferma, ma che rendono irresistibile il richiamo del mare. E prendere il largo, sempre. Per essere non solo accanto ai poveri, ma dalla parte degli ultimi, sempre! Perché l’amore non è mai neutrale,è esigente ed implacabile. Dà la vita per la verità, e la verità è l’Uomo.”

"Partiamo dal presupposto che nessuno è irrecuperabile e che ogni uomo è sempre portatore di enormi potenzialità. Occorre partire da questo per predisporre qualsiasi piano di contrasto alle dipendenze che possa avere un’efficacia reale e misurabile."

"La scelta di una presa in carico totale della persona e non solo del suo problema, di una condivisione non asettica delle sue sofferenze ma anche di una valorizzazione reale dei suoi talenti, possibile solo con un percorso comune, fedeli alla scelta di specchiarsi nell'altro, come recita la nostra filosofia, anche quando lo specchio è incrinato o deformante."