LA CARTA DEI VALORI

Insieme, nel segno della speranza

Bologna 2024

“Il mistero dell’uomo, la sua fragilità e la sua grandezza, i suoi limiti e le sue potenzialità, il suo eterno interrogarsi, e il suo bisogno di senso ci interpellano e ci mobilitano.

Il suo smarrimento, i suoi fallimenti, i suoi errori, il suo perdersi e il suo ritrovarsi sono parte della nostra storia personale e motivano le nostre azioni sociali aiutandoci a creare legami veri di fraternità.

Condividiamo la sua lotta, la sua fatica, la sua sofferenza, ma anche la sua gioia e ogni suo piccolo cambiamento.

Camminiamo insieme nella stessa direzione, nella ricerca di senso, confermiamo la nostra sete di giustizia, di pace, di bontà, di rinnovamento.

Leggiamo iscritto nei suoi bisogni, nei suoi desideri, nelle sue aspirazioni e nelle sue idealità l’appello ineludibile a ciò che supera la nostra vita singola e la proietta verso la natura, il mondo, gli altri e l’Altro.

Condividendo un cammino comune con le persone a cui offriamo il nostro servizio, prendendoci cura dell’altro in una relazione leale e responsabile, l’ascolto, il rispetto, l’empatia, l’onestà nei rapporti, l’amore responsabile, il prendersi cura, la compassione, sono gli atteggiamenti che informano il nostro operare.

Desideriamo costruire realtà che, oltre ad accogliere, sostengano e accompagnino persone in difficoltà contribuendo allo sviluppo di una società solidale e inclusiva a misura d’uomo.”

La Federazione, nata nel 1981 dall’esperienza dei primi Centri di Solidarietà, si fonda sulla partecipazione attiva dei centri associati che si riconoscono nei principi della Costituzione Repubblicana, della Dottrina Sociale della Chiesa e in quelli esistenziali, etici e culturali di “Progetto Uomo” come di seguito enunciati.

Persegue un profilo federativo che ha nella formazione, nella solidarietà, nei rapporti istituzionali, nella collaborazione e nel dialogo, gli elementi di forza.

Promuove e favorisce l’apporto specifico dei singoli Centri, sia favorendo la condivisione e l’appartenenza alla Federazione stessa sia valorizzando lo scambio e la crescita comune per una cultura nuova e in continua evoluzione capace di adattarsi ai cambiamenti.

Forte del senso di appartenenza e della partecipazione coerente dei Centri aderenti, la Federazione pensa globalmente e intende agire localmente con la creazione di rapporti e collaborazioni con le istituzioni politiche e sociali locali, stimolandone l’attenzione alle problematiche sociali e socio sanitarie con azioni e iniziative anche pubbliche e dando così maggior spessore alla sua presenza e al suo operato sul territorio nazionale, europeo e nel mondo.

 

1. L’unicità della persona

Gli Enti aderenti alla FICT, hanno in “Progetto Uomo” il comune riferimento valoriale. Al centro dell’operare c’è la persona, considerata come prossimo, che è accolta sempre come risorsa e mai come problema.

Perciò, coerentemente:

La centralità e l’integralità della persona (intesa come essere relazionale) sono gli unici elementi imprescindibili ed insostituibili sui quali costruire strumenti e metodologie di intervento adeguati alle persone accolte e ai contesti in cui operano come soggetti attivi e propositivi, pronti ad aprirsi alle nuove difficoltà e sfide senza preclusioni o discriminazioni.

La presenza e il volto dell’altro è il dato originario che precede il singolo e che permette al singolo di ritrovarsi, darsi un’identità e un senso. E’ l’esistenza dell’altro che chiama ineludibilmente alla responsabilità personale verso la propria e l’altrui vita.

Gli Enti aderenti alla FICT propongono, allora, a coloro che usufruiscono e contribuiscono alle attività di sperimentare una relazione decentrata da sé verso l’altro come valore sorgivo, etico e spirituale, convinti che nell’alterità sia possibile la scoperta dell’Altro. In questo senso la visione dell’uomo a cui ci ispiriamo , a partire dalle radici cristiane, è sostanzialmente olistica, considera l’uomo nella globalità dell’esperienza: il corpo, la mente, lo spirito e la società si integrano. La ricerca di Senso è un’esigenza primaria di ogni uomo e di ogni donna. L’alterità, la fratellanza e la solidarietà sono i valori fondanti a cui orientare tutti i percorsi educativi.

Considerano i principi e i valori dell’auto-mutuo-aiuto come irrinunciabili in ogni intervento educativo e assistenziale.

Si impegnano a costruire relazioni e percorsi volti a:

  • rendere tutti soggetti attivi, con la loro storia, i loro bisogni, i loro vissuti, i loro saperi e le loro speranze;
  • responsabilizzare le persone nel percorso di cambiamento o di miglioramento della qualità della vita;
  • accogliere senza precondizioni, precomprensioni o preclusioni, attenti a favorire eventuali aperture al cambiamento o all’assunzione di maggiori responsabilità;
  • accompagnare sempre la persona a prescindere dalle sue scelte e riaccoglierla creando nuove opportunità;
  • accrescere le capacità di costruire rapporti positivi e propositivi con il proprio contesto familiare e sociale;
  • sviluppare competenze lavorative, culturali e sociali;
  • avere attenzione al percorso complessivo dell’individuo oltre che ai singoli elementi della sua storia;
  • tendere sempre ad interventi orientati al miglioramento della qualità della vita ed alla realizzazione di un proprio progetto, anche in quelle situazioni in cui fragilità importanti e grandi complessità, siano esse fisiche, sociali o psichiche, determinano condizioni definite di cronicità.

Gli Enti aderenti considerano altresì elementi essenziali ed imprescindibili del metodo d’intervento le seguenti azioni:

  • puntare all’attivazione e al raggiungimento delle autonomie possibili da parte delle persone accolte, all’accrescimento delle loro competenze relazionali e al reinserimento nel territorio;
  • promuovere l’adozione di principi di bene comune, solidarietà, dignità umana e legalità;
  • riconoscere preminente, ove possibile, il coinvolgimento della rete familiare intesa come risorsa da sostenere, promuovere e potenziare;
  • promuovere la cultura del “lavoro di comunità” inteso come ambiente educativo che favorisce l’apprendimento sociale in una dimensione di gruppo attraverso équipe multidisciplinari dove si integrano le diverse professionalità, evitando un approccio esclusivamente medicalizzato;
  • potenziare e riscoprire la “comunità” anche come esperienza residenziale, affinché si valorizzino la condivisione di tempo e spazio tra persone seppur diverse e  con progettualità individuali, che individuano un denominatore e obiettivo comune  e si prendono cura reciprocamente attraverso la relazione positiva;
  • promuovere esperienze innovative mantenendo le caratteristiche della flessibilità delle risposte e dell’adattamento al bisogno, richiedendo agli operatori e alle operatrici capacità di investimento e coinvolgimento;
  • adottare in tutti gli ambiti di attività, un approccio globale e multidisciplinare, coinvolgendo diverse figure professionali, che lavorando in equipe garantiscano un supporto completo, efficace ed attento alle esigenze e ai bisogni delle persone coinvolte, accompagnando a progetti personalizzati;
  • promuovere, formare e sostenere il volontariato con l’obiettivo di inserirlo in modo appropriato in tutte le realtà avviate. Potenziandone la sua specificità, riconoscendone la risorsa educativa e la testimonianza valoriale;
  • coniugare la fondamentale dimensione valoriale e motivazionale con una significativa competenza tecnica affinché trovino piena  sintesi;
  • utilizzare procedure e strumenti validati dalle evidenze scientifiche e per lo specifico in ambito di prevenzione fare riferimento alle indicazioni dell’Osservatorio Europeo delle droghe e dipendenze;
  • operare, attraverso il proprio Osservatorio ed in collaborazione con gli altri soggetti istituzionali, con le Università e le altre reti del Terzo Settore, per sviluppare sempre di più sistemi di analisi e monitoraggio dell’efficacia dei propri interventi, anche in termini di outcome e follow-up.

La FICT attraverso i suoi Centri propone una specifica visione antropologica e culturale di intervento. Nella consapevolezza che il collettivo da solo è alienante, ma che anche l’individualità da sola è impoverente, mira quindi alla costruzione di una identità relazionale dell’uomo. La diversità rappresentata dall’altro, diventa responsabilità per l’altro. Essa esige che ci si lasci chiamare e provocare non solo dal mondo, ma dai mondi in divenire che egli abita. Ognuno di noi è responsabile con l’altro della costruzione di questi mondi.

2. I Centri, le Istituzioni, la comunità e il territorio

Nel definire la propria struttura giuridica e organizzativa, nel costruire i rapporti con le Istituzioni, gli aderenti alla FICT si impegnano nel perseguire gli indirizzi enunciati attenti a:

  • curare la coerenza tra l’impianto valoriale e lo stile organizzativo-gestionale;
  • ricercare la congruenza tra le risorse impiegate e il servizio offerto, vigilando sulla trasparenza economica nei bilanci e la giustizia nei rapporti di lavoro;
  • operare nell’ambito del “Terzo Settore” riconoscendosi nei principi di solidarietà, uguaglianza e sussidiarietà di cui è portatore, promuovendo il bene comune e testimoniandolo con indipendenza nei confronti di qualsiasi parte politica;
  • lavorare in rete con i Servizi mantenendo la propria identità e proponendo la propria cultura dell’intervento, svolgendo anche una funzione di stimolo per le Istituzioni al fine di garantire i diritti della Persona a partire dalle fasce più vulnerabili.

Gli Enti aderenti intendono porsi come soggetti attivi per costruire un sistema dove vengano esercitate le funzioni pubbliche di rilevazione dei bisogni, allocazione delle risorse, verifica dei risultati, in compartecipazione e concertazione con il Privato Sociale in una logica di co-programmazione e coprogettazione, sposando integralmente i principi generali dell’amministrazione condivisa espressi dal Codice del Terzo Settore.

Considerano le comunità territoriali come una rete di opportunità, costruiscono perciò stabili rapporti di collaborazione con chiunque intenda promuovere la salute e il ben-essere individuale e sociale.

Riconoscono alle persone che vivono le comunità dove sono chiamati ad operare, un ruolo di protagonisti nell’ambito dello sviluppo di una società equa ed accogliente. In tal senso ritengono parte integrante di tali processi, aperti alla collaborazione con quanti condividano i principi generali di cui siamo portatori ed intendano agire nell’interesse generale.

Intendono svolgere, come Centri, un ruolo fondamentale sia nella programmazione che nella gestione delle attività, ma soprattutto nella capacità di lettura delle dinamiche territoriali e nella evoluzione e modifica delle situazioni di disagio, promovendo l’attivazione di servizi innovativi e sperimentali.

Per tutto ciò gli Enti aderenti scelgono un profilo federativo, che consenta una maggiore incisività nella condivisione delle risorse, nella partecipazione attiva verso una progettualità a tutela della dignità e della centralità della persona e che non rinunci mai alla comune appartenenza per essere sempre “profezia” in una società in continua evoluzione.

Intendono operare nel territorio per formare reti solidali, arricchire la società civile con lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo, per accrescere la coesione sociale e coniugare la sicurezza con la solidarietà. Siamo impegnati a costruire una democrazia sostanziale e partecipata, fortemente convinti che per promuovere la cultura della solidarietà è necessario contribuire alla costruzione della giustizia sociale. Promuovendo la cultura della mediazione interpersonale, della restituzione e della riparazione, coinvolgendo attivamente sia i giovani, sia gli adulti in percorsi formativi specifici sul tema della giustizia riparativa.

3. La Prevenzione

Gli Enti aderenti sono convinti che occorre anzitutto promuovere benessere. Ritengono quindi fondamentale attuare un approccio di tipo promozionale che implichi lo sviluppo delle abilità di vita e delle competenze relazionali delle persone, all’interno di una visione più ampia operando nelle comunità territoriali per il benessere sociale e la creazione di un “ambiente preventivo”.

Per realizzare questo i Centri della FICT:

  • intendono continuare ad operare principalmente con le famiglie, la scuola, le associazioni, le realtà presenti sul territorio e le organizzazioni sportive quali parti attive della comunità educante e del sistema di welfare locale. Questo consente di incidere sul contesto sociale e contrastare la povertà educativa. Pertanto proponiamo interventi tendenti a rafforzare i fattori di protezione, ridurre i fattori di rischio e sviluppare maggiori consapevolezze, al fine di offrire a chi cresce condizioni idonee per uno sviluppo armonico;
  • riservano una particolare attenzione alle famiglie, coinvolgendole, ove possibile, quale risorsa, sostenendole e considerandole un soggetto fondamentale del nostro intervento e riaffermandone il valore quale prima agenzia educativa;
  • promuovono e contribuiscono a realizzare politiche “con” e “per” i ragazzi e le ragazze, considerati sempre risorsa e non oggetti di intervento o target di consumo. In tal senso si propongono come interlocutori per affiancare le istituzioni e gli enti territoriali per la programmazione delle politiche giovanili.

In questo contesto la FICT rimarca il ruolo rilevante che assumono i progetti di servizio civile volontario che mirino anche a sensibilizzare ragazze e ragazzi al riconoscimento delle fragilità favorendo occasioni formative, di crescita e di impegno sociale.

4. La Formazione

La formazione è lo strumento essenziale per alimentare e trasmettere la peculiarità dell’impegno educativo dei Centri della FICT che è “il lavoro di comunità”. Questo approccio richiede di saper operare con le persone sia a livello individuale che di gruppo, sia nelle dinamiche che negli elementi propri della vita di comunità: l’apprendimento sociale, il processo decisionale partecipato, la comunicazione, l’auto aiuto e la responsabilizzazione della persona al proprio ed all’altrui processo educativo.

La Federazione riconosce la funzione centrale dell’Istituto Progetto Uomo (IPU) e auspica inoltre la collaborazione con realtà formative che operino in consonanza coi valori fondanti della Federazione. Assicura la formazione esperienziale, lì dove la formazione accademica, pur necessaria, da sola potrebbe non fornire tutti gli elementi per lavorare in un contesto comunitario e di rapporto con l’esterno.

La Federazione assume inoltre il compito di coinvolgere i Centri per evolvere approcci e metodologie in rapporto alla maturazione dell’esperienza, ai bisogni in continua evoluzione, ed alle evidenze scientifiche. In modo particolare sostenendo all’interno dei singoli Centri i processi di “formazione permanente”.

La Federazione ritiene fondamentale porre particolare attenzione al personale, operatori e operatrici, professioniste e professionisti, che agiscono nei centri associati. Per questo la Federazione attraverso i propri centri, al fine di favorire percorsi di crescita umana e tutela professionale, garantisce strumenti quali: formazione, supervisione e politiche attive.

E’ fondamentale per i Centri della Federazione “prendersi cura di chi si prende cura”.

Per tale motivo i Centri garantiscono la piena aderenza ai principi contrattuali e giuslavoristici, e favoriscono strumenti di welfare aziendale atti a migliorare il benessere dell’ambiente lavorativo, le pari opportunità ed il clima sereno e collaborativo, essenziale per rendere servizi di qualità alle persone accolte.

“La nostra Federazione, i nostri Centri sono la storia di un “molo” che diventa un “porto” in cui anime ferite approdano, per poter trovare rifugio, ritrovare forza, rifocillarsi, accarezzando ed afferrando la speranza, per poi ripartire. Luoghi del cuore. Porti che fanno sentire a tutti il bisogno di terraferma, ma che rendono irresistibile il richiamo del mare. E prendere il largo, sempre. Per essere non solo accanto ai poveri, ma dalla parte degli ultimi, sempre! Perché l’amore non è mai neutrale,è esigente ed implacabile. Dà la vita per la verità, e la verità è l’Uomo.”

"Partiamo dal presupposto che nessuno è irrecuperabile e che ogni uomo è sempre portatore di enormi potenzialità. Occorre partire da questo per predisporre qualsiasi piano di contrasto alle dipendenze che possa avere un’efficacia reale e misurabile."

"La scelta di una presa in carico totale della persona e non solo del suo problema, di una condivisione non asettica delle sue sofferenze ma anche di una valorizzazione reale dei suoi talenti, possibile solo con un percorso comune, fedeli alla scelta di specchiarsi nell'altro, come recita la nostra filosofia, anche quando lo specchio è incrinato o deformante."