Mercoledì alle ore 18 in Cattedrale per iniziativa di Casa Rosetta sarà celebrata una Messa in suffragio di don Vincenzo Sorce nell’anniversario della morte avvenuta il 4 marzo 2019. Parteciperà tutta la grande famiglia dell’associazione che è stata fondata negli anni Ottanta e che oggi opera con tre comunità di recupero per dipendenze patologiche (da sostanze, alcol, gioco d’azzardo), quattro centri di riabilitazione per disabili fisici o neuropsicomotori, tre case-famiglia per disabili psichici, due comunità alloggio per ammalati di Aids, due case-alloggio per minori in difficoltà, un consultorio familiare, un laboratorio di prevenzione genetica: tutto questo in una prospettiva di riappropriazione di valori forti della vita, di comprensione del senso della sofferenza, di recupero del senso dell’esistenza.
Casa Rosetta tiene inoltre due corsi universitari in scienze dell’educazione in convenzione con la Pontificia Auxilium. Casa Rosetta è inoltre presente in Brasile con un’associazione omonima che ha adesso autonomia giuridica ed economica (ma resta legata alla casa madre con un patto di gemellaggio) e gestisce due comunità e un centro di riabilitazione in due città (Porto Velho e Ouro Preto do Oeste) della regione amazzonica di Rondonia; nello stato africano di Tanzania, a Tanga, è presente una missione di Casa Rosetta che accoglie bambini disabili o affetti da HIV dalla nascita e sta inoltre svolgendo un progetto di formazione di operatori sociosanitari approvato e finanziato dall’ONU (si concluderà nel 2021).
Tutte queste opere sono nate dalla visione di padre Sorce in coerenza con il voto da lui fatto nel giorno dell’ordinazione sacerdotale, nel 1970, per “l’adesione al Cristo che si mette dalla parte dei più poveri, dei più deboli, e non li illude con la demagogia dei discorsi a effetto ma ne condivide l’esistenza senza retorica”.
Prete con grandissima fede e inossidabile vocazione, che sentì sempre profondo e indissolubile il suo legame con la chiesa, padre Sorce maturò con lunghi e approfonditi studi in teologia e pedagogia e anche altro una vasta e illuminante cultura e fu, tra l’altro, docente nella Facoltà teologica di Sicilia e punto di riferimento fondamentale nella formazione di sacerdoti, seminaristi, laici impegnati; e promosse anche la costituzione della congregazione di laici consacrati “Santa Maria dei poveri”.
La sua inattesa e improvvisa scomparsa, un anno fa, suscitò profondo e diffuso cordoglio (testimoniato anche nei funerali in una Cattedrale gremita di fedeli, estimatori, rappresentanti delle istituzioni locali e regionali e nazionali), e sbigottimento e angosciosi interrogativi sul futuro dell’opera che in padre Sorce aveva avuto il fondatore, lo storico presidente, il terapeuta, il padre spirituale, il manager, il formatore, l’ambasciatore in tutto il mondo, moltiplicatore inesauribile di fronti d’impegno, tenacissimo e competente stimolatore o elaboratore egli stesso di progetti di ricerca dell’eccellenza con il miglioramento della qualità dei servizi resi agli utenti e la crescita della formazione degli operatori.
Molti temettero che Casa Rosetta andasse alla deriva e affondasse o diventasse preda di appetiti. Il rischio è stato evitato grazie allo stesso don Vincenzo, che aveva, forse inconsapevolmente, creato le condizioni per una coerente continuità affidando l’anno prima la legale rappresentanze dell’associazione a uno dei componenti del direttivo – Giorgio De Cristoforo – con il quale aveva condiviso visioni e progetti in quasi mezzo secolo di fraterna amicizia. “Continuando con coerenza – dice il presidente De Cristoforo – il cammino sulla strada indicata da don Vincenzo e rimanendo ancorata ai suoi valori fondanti, in questo anno Casa Rosetta ha consolidato il proprio assetto per continuare a lungo l’opera avviata da don Vincenzo con prestigio, indipendenza, impermeabilità a rischi d’inquinamento o devianza.
“Con l’impegno del direttivo, dei sindaci revisori, dei responsabili degli uffici, e il supporto di un eccellente consulente commercialista abbiamo riconsiderato – aggiunge il presidente – i conti dell’associazione, l’impostazione del bilancio, le voci di spesa suscettibili di riduzione senza pregiudizio per i servizi, la gestione programmata delle risorse. Molto è stato fatto per il miglioramento degli assetti organizzativi e amministrativi dell’Associazione anche in vista della riforma del Terzo Settore. Abbiamo dedicato grande attenzione alla formazione, ampliandone i programmi, e alla buona qualità delle relazioni nelle strutture, e abbiamo puntato molto sullo sviluppo di un proficuo rapporto di Casa Rosetta con il territorio. Abbiamo operato in modo da far fronte con regolarità agli impegni nei confronti dei dipendenti, e un altro passo avanti lo faremo quest’anno. Lavoriamo per la prospettiva di un sostanziale equilibrio di gestione che sarà la più grande garanzia per un sereno futuro dell’opera”.
Casa Rosetta è anche una rilevante fonte di occupazione, preziosa in un territorio così travagliato: essa occupa oggi 223 dipendenti, tutti regolarmente contrattualizzati.
Aggiunge il presidente De Cristoforo: “Pensiamo non soltanto alla conservazione dell’esistente, ma a crescere ancora, pronti a rispondere alle nuove crescenti bisogni del territorio, e abbiamo in cantiere alcune significative novità, nella prospettiva di una Casa Rosetta che è casa e patrimonio di tutti coloro che la amano e la tutelano. Nell’auspicata crescente fecondità del rapporto con la chiesa locale e le istituzioni laiche Casa Rosetta si pone al servizio del territorio anche per alimentare un forte senso comunitario, e la disponibilità a mettersi insieme con altri per costruire e per fare crescere il bene comune. Anche nel segno dell’eloquente autorevole messaggio che Papa Giovanni Paolo II rivolse a questa città nella sua visita nel 1993: “Una comunità non può crescere e prosperare “senza attenzione concreta a chi si trova in condizioni precarie… senza dire no alla violenza, alla droga, ai guadagni e ai successi disonesti… senza essere luogo di accoglienza e di incontro”. Casa Rosetta – dice ancora il presidente – non è, come tutti sappiamo, un’associazione confessionale e non impone fede e pratiche di culto né agli utenti né agli operatori, rispettandone la libertà di scelta. Ma pure Casa Rosetta e i suoi servizi hanno una forte e ineludibile matrice cristiana, cattolica. Il fondatore padre Vincenzo ricordava sempre che Casa Rosetta poggia su tre pilastri: l’attenzione per gli ultimi, i sofferenti, le persone meno fortunate; la formazione e la ricerca; e la spiritualità. Questi pilastri, dopo la sua scomparsa, abbiamo voluto riportare anche nello statuto dell’Associazione, con le modifiche approvate due mesi fa. E nello statuto abbiamo voluto inserire anche l’esplicito richiamo alla visione cristiana della persona, oltre che alla Costituzione e al codice civile. Di questa matrice cristiana siamo orgogliosi e cerchiamo di essere degni nella continuità della testimonianza di padre Sorce”.

“La nostra Federazione, i nostri Centri sono la storia di un “molo” che diventa un “porto” in cui anime ferite approdano, per poter trovare rifugio, ritrovare forza, rifocillarsi, accarezzando ed afferrando la speranza, per poi ripartire. Luoghi del cuore. Porti che fanno sentire a tutti il bisogno di terraferma, ma che rendono irresistibile il richiamo del mare. E prendere il largo, sempre. Per essere non solo accanto ai poveri, ma dalla parte degli ultimi, sempre! Perché l’amore non è mai neutrale,è esigente ed implacabile. Dà la vita per la verità, e la verità è l’Uomo.”

"Partiamo dal presupposto che nessuno è irrecuperabile e che ogni uomo è sempre portatore di enormi potenzialità. Occorre partire da questo per predisporre qualsiasi piano di contrasto alle dipendenze che possa avere un’efficacia reale e misurabile."

"La scelta di una presa in carico totale della persona e non solo del suo problema, di una condivisione non asettica delle sue sofferenze ma anche di una valorizzazione reale dei suoi talenti, possibile solo con un percorso comune, fedeli alla scelta di specchiarsi nell'altro, come recita la nostra filosofia, anche quando lo specchio è incrinato o deformante."